L'Europa in Toscana (2012-2013)
Ardengo Soffici strinse innumerevoli contatti con i maggiori protagonisti del suo tempo e con i più audaci movimenti letterari e artistici d’inizio Novecento, tanto che attraverso la sua opera completa, si finisce per conoscere un intero spaccato dell’arte europea del XX secolo. Nel suo primo soggiorno a Parigi, dove visse sette anni, Soffici ebbe modo di entrare nel dibattito artistico più avanzato: conobbe Picasso, Max Jacob, Jean Moréas, Apollinaire, Juan Gris, Braque; con Ricciotto Canudo partecipò alla ristrutturazione della rivista L’Europe Artiste; la sua pittura risentì della conoscenza delle opere dei pittori Impressionisti, e di Maurice Denis, Odilon Redon, Degas, Toulouse-Lautrec, ma specialmente di Cézanne. Rientrato in Italia nel 1907 con un tale bagaglio culturale, Soffici divenne interprete di un’operazione di svecchiamento della cultura provinciale e accademica dell’Italia umbertina. Attraverso l’avventura de La Voce, intrapresa con Papini e Prezzolini dal 1908, pubblicherà articoli sulla rivalutazione di Medardo Rosso – artista famoso in Francia ma quasi dimenticato dalla cultura italiana di allora – sugli Impressionisti e su Rimbaud, che avranno conseguenze importanti per il dibattito culturale del tempo, portando così una ventata d’Oltralpe in una Nazione attardata, sui resti del positivismo ottocentesco. Per primo in Italia riconobbe l’importanza di Cézanne – il suo scritto del 1908 su Vita d’arte precede la fortuna critica del pittore di Aix-en Provence nella nostra penisola – e nel 1910 organizzò a Firenze la prima mostra italiana dell’Impressionismo francese, che gli aveva fruttato un secondo soggiorno a Parigi per reclutare le opere. La conoscenza di Rousseau il Doganiere aprì uno dei migliori capitoli della sua divulgazione artistica e della sua pittura. Soffici difese i pittori cubisti, Picasso e Braque, quando a Firenze nessuno ancora li apprezzava e mantenne attive le frequentazioni artistiche a Parigi, tornandovi di nuovo, per alcuni mesi, nel 1911 e nel 1912; a casa di Apollinaire, frequentò André Salmon, Derain, Dufy, Vlaminck, Léger. Tra i contatti europei, Soffici si aprirà al mondo delle avanguardie russe attraverso il suo rapporto sentimentale con Hélène d’Œettingen e l’amicizia con il cugino Serge Jastrebzoff, ma anche scrivendo sulla pittrice Anna Gerebzova e intessendo una relazione con la pittrice Alexandra Exter, grazie alla quale conobbe Natalja Gončarova e Michajl Larionov; il poeta Aksionov scrisse Picasso e dintorni, plagiando il libro di Soffici, Cubismo e Futurismo, 1914. Soffici entrerà in rapporti anche con la Germania, attraverso la rivista Der Sturm diretta da Herwarth Walden ed esporrà a Berlino le proprie opere, nel 1913, assieme a Robert Delaunay e Julie Baum. Nello stesso anno espose a Praga con il Gruppo degli Artisti Plastici, tra cui Derain, Picasso e Braque, e a Rotterdam assieme ai futuristi. Nel 1914, di nuovo a Parigi, fu in contatto con Apollinaire e l’ambiente de Les Soirées de Paris, dove conobbe Cendrars e i fratelli de Chirico. Espose anche a Londra, The Doré Galleries, con il gruppo futurista. Nel 1926 fu ospite per un mese e mezzo dell’amico Charles Meek, in Inghilterra (Bisley), collezionista delle sue opere; visitò Londra e tenne un diario che pubblicò sulla Gazzetta del Popolo nel 1928-30, come “Itinerario Inglese”: fu riunito in volume con questo titolo nel 1948. Nel 1927 Soffici fu scelto come rappresentante italiano per l’istituzione di una Commissione Internazionale per le Traduzioni: per tale incarico si recò a Parigi, dove incontrò ancora Picasso. L’ultimo viaggio di Soffici a Parigi fu nel 1959, quando ottantenne visitò assieme all’amico Vanderpijl lo studio di Van Dongen e quello di Picasso (ma il pittore non era in città) e rivide Severini. Pablo Picasso, Il giocatore, 1913-14 Ardengo Soffici, la raccolta delle olive (1908) L’esposizione ordinata al Museo Soffici di Poggio a Caiano nel 2011 si articolava sul piano artistico e letterario con dipinti, disegni, sculture e documenti che illustravano sinteticamente i contributi che dall’Europa giunsero nel nostro Paese, con la mediazione di Ardengo Soffici, protagonista di un eccellente capitolo della nostra cultura.
Opere di Picasso, Braque, Max Jacob, Rousseau, Apollinaire, Léger, Alexandra Exter, Archipenko, Larionov, Medardo Rosso, Severini, Carrà, Boccioni, de Chirico, de Pisis, e di diversi altri artisti e poeti, hanno composto un’antologia quanto mai significativa dei più vivaci elementi di estetica e di poetica che giunsero dall’Europa e tuttora illuminano la nostra storia.
Il percorso artistico sopra rappresentato è stato pubblicato per l’occasione in un catalogo della mostra in cui, oltre al curatore Luigi Cavallo, sono intervenuti alcuni tra i maggiori studiosi del ‘900 artistico italiano, fra cui: Elena Pontiggia, Mario Richter, Matteo Bianchi, Marco Moretti.
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